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lunedì 28 luglio 2008

Un altro tatuacernia day?



Non proprio un tatuacernia day, devo dire.

Sì, le mie adorabili amiche cernie le ho incontrate nuovamente, sempre numerose e sempre stupende e strafottenti! Come mi ha detto Corrado, infatti, non ci sono più le cernie di una volta.

Ma, andiamo per ordine. Sabato ho trovato un passaggio per portare l'attrezzatura al negozio, punto di incontro per la partenza alle sette e un quarto della domenica mattina. Mi sono fatta furba stavolta e così ho evitato di trascinarmi il tutto all'alba per le vie deserte della città.

Via Garibaldi alle sette di domenica mattina

Ho dormito, male ma non per la mia solita ansia da prestazione. Mestamente arrivo al pulmino, si carica e si parte. Per tutto il viaggio non penso all'immersione, al tuffo dal gommone, alla pesata, se scendere con uno o due pezzi, se sarò all'altezza. Non penso a niente di tutto ciò. E mi sorprende.
Arrivo, ci prepariamo. Assemblo e il primo stadio perde aria e mi dico "no, non di nuovo!" ma mi faccio cambiare la caramella e anche qui tutto è tranquillo.

Super tatua all'opera

Prima immersione allo scoglio del raviolo. Ottimo, non l'ho mai fatta e sono curiosa di vedere cosa c'è lì sotto. Piccolo contrattempo sul gommone, il mio presunto buddy ha il gav che perde da un piccolo strappo e alla fine non se la sente di scendere.

Che donna! Non mi avevate mai detto che sembro Big Jim :-o

Amo le mie (anzi di Picci) pinne e navigo senza sforzo in superficie; scendo senza problemi, compenso senza colpo ferire, la maschera si appanna e lo farà per tutto il tempo ma chissene. Vai che mi sento che oggi spacco!
Non vado con la guida del diving ma con l'istruttore con cui sono partita e due suoi adv. Restiamo più alti e dopo diverse tuzzate per i vari check che l'istruttore fa ai suoi, mi ritrovo prima in testa e poi a chiudere questo gruppetto. Bon, decido che mi guido da sola l'immersione, a questo punto: incontro un polpo fuori tana che appena mi vede scappa (ma io sono di Foggia! gli ho spiegato), due cerniottine, gli amici saraghi e nuove amiche che spero di aver correttamente individuato: le salpe. Kix, sono loro vero? Livrea argentata e strisce dorate. Erano tutte insieme a pascolare allegramente sulle rocce. Bellissime. Non so perché, ma i faccia a faccia con i pesci mi divertono un mondo!


Oh...un po' di pesce

Continuo scandagliando la parete, in cerca delle piccole cose e trovo due re di triglia: carini!! ma chissà di quante cose non mi sono accorta :-) Oh, non si nasce imparati e io sto imparando!

La fanciulla del gruppo è in riserva ma siamo ormai in prossimità della catena dell'ancora, io ho più di 100 bar e mentre lei e l'istruttore risalgono, continuo a razzolare con l'altro adv. Ci saluta una corvina e quando vedo che ormai stanno tutti risalendo, decido di chiudere. La guida ha portato gli altri a fare tutt'altra immersione e nella zona di razzolamento è andata oltre dei massi, dove non va quasi mai nessuno, e ha trovato le mega cernie. Pazienza.

Amore di cernia!

Per la seconda dive si torna al faro. Evidentemente non siamo gli unici ad apprezzare così tanto questo punto di immersione, perché anche gli altri sul gommone con noi sono più che felici di tornarci. Anche stavolta, nessuna tensione e penso di dovermi preoccupare perché non mi riconosco. Ma non è propriamente vero, perché così bene in acqua, intendo serena già prima di entrarci, ci ero stata in passato ma solo dopo la settimana con corrado a PP l'altr'anno. Addirittura cazzeggio sul gommone con l'altro gruppo e faccio conoscenza con uno di Foggia: forza Foggia, domineremo anche Portofino! Si immerge dal 2000, si è trasferito e Torino da un po' e io sono avida di contatti subacquei, soprattutto dei più esperti, diciamocelo ;-)

Anche per questa dive non scendo con la guida ma col gruppetto di prima a cui si sono aggiunti gli open, ragion per cui staremo sempre alti. Il mio supposto buddy di prima ha noleggiato un gav, quindi stavolta stiamo insieme e siamo bravissimi: non ci perdiamo di vista un secondo :-)


Le amiche cernie sono a casa loro e tornano a frotte, ma stavolta ho occhi anche per le salpe che continuo ad osservare imbambolata da vicino. Mi piacciono le salpe! Stiamo un po' ammassati ma io e il mio buddy riusciamo a trovare i nostri angoli tranquilli e quindi l'immersione fila liscia e pacifica. Usciamo che ho di nuovo 100 bar: starò mica diventando libeccio??

Grande soddisfazione pinneggiando verso il gommone: con le Volo sfreccio davanti a tutti senza ritegno e arrivo per prima :-D

Visto l'abbondante avanzo d'aria, l'istruttore mi chiede se ho voglia di scendere da riva così mentre lui fa un battesimo, io faccio compagnia a un corsista che fatica a compensare e si ribalta quando scende e che quindi vorrebbe riprovare. Gli dico OK e così scopro che il pesce c'è, e neanche poco, anche a riva!

In acqua, scattare! Ecco la prontezza dei corsisti

Facciamo il relitto della slitta (!!!), scendiamo e saliamo un po' di volte, sempre nei pressi dell'istruttore, e gironzoliamo lì intorno tipo squaletti. Devo dire che mi tocca trattenere il fanciullo che, fosse per lui, andrebbe a farsi un giro in mare aperto.

Ninja disperata

Io, egoisticamente, ho accettato e approfittato di questo puccio per fare un po' di esercizi in vista del rescue, tipo ehm...riprendere a togliermi la maschera di tanto in tanto. Andata anche questa.

Esco alle otto di sera quasi e sono morta, stravolta ma molto contenta perché non so cosa sia successo oggi ma è stato diverso. Scendere più frequentemente mi aiuta a sentirmi meno tatua e più e cernia, è vero, ma forse oggi è successo qualcosa di più. Non lo so ragazzi, non so se è successo QUELLO, mi piacerebbe crederlo ma non ne sono affatto certa. Intanto mi godo il fatto che non ho strippato per tutta la giornata!

Le due facce della giornata



p.s. per picci
cara, la narcosi dei nove o anche tre metri è ormai matematica per me. Mi succede ogni volta che, magari in verticale, risalgo anche solo di due metri troppo velocemente. Giramenti di testa, disorientamento e vertigini che passano appena mi fermo un secondo. Ma ormai è una certezza per me. Cum'amma fa'?

p.p.s.
dimenticavo che durante la mia strafottente pinneggiata di rientro in superficie, mi ero messa comoda a dorso con le mani sotto la nuca quando a un certo punto tocco qualcosa di bavoso e solido e penso: no, non lei! e invece sì! Era il cappello di una medusa di tutto rispetto che poi mi sono fermata a osservare. Fortunatamente non sono come Belva e sono uscita totalmente illesa dal nostro incontro/scontro :-)

Alla prossima...Tremiti?

martedì 24 giugno 2008

TATUACERNIA DAY!

Ragazzi, ragazzi, ragazzi!

Sono appena rientrata a Torino, mi scoppia la testa ma non resisto e devo raccontarvi subito il tatuacernia day

Siamo partiti in tre. Abbiamo scelto oggi perché qui è il patrono (e infatti nella mia già dolente testa rimbombano i fuochi che stanno sparando sul lungopo) e non c'era occasione migliore per un tuffo feriale al promontorio di Portofino. Siamo partiti in tre e in tre eravamo sul gommone per la dive: un incanto! Il primo tuffo, al Faro, non inizia bene perché tocca pinneggiare un po' e io con queste nuove pinne faccio una fatica assurda: ci ho messo un secolo a raggiungerli! Per fortuna la guida, cubano ma non ricordo il nome, ha esordito dicendo che con lui non si pinneggia quasi ma ci si ferma a guardare tutto quello che si ha voglia di osservare e così è stato. In effetti potevamo pure stare fermi e veder passare l'acquario che abbiamo incontrato oggi: un tripudio di cernie!! 

La mia felicità! 15, 20, non scherzo non so più quante ne abbiamo viste. Piccole, grandi, gigantesche: una addirittura si stava come rotolando sul fondo, tipo micio indolente; nella seconda immersione ne ho trovata una che stava giocando a "vediamo chi ride per prima" con una murena! La cerniotta fissava la murena e le faceva qualche smorfia ogni tanto, poi alla murena sono girate e ha mostrato il dentino un paio di volte. La cernia si deve essere detta: "ho vinto io, ha riso per prima!" e se l'è data a gambe...pardon a pinne!
Scherzi a parte erano davvero bizzarre, una contro l'altra e la cernia se l'è davvero data. 

Non posso non citare i tre polpi, pure quelli ben piazzati, visti sempre durante la prima immersione: come le cernie, anche loro erano assolutamente incuranti della nostra presenza; hanno dato una sbirciatina, hanno visto che non c'erano baresi nel gruppo e se ne sono tornati amabilmente a farsi i fattacci loro.

Mi sono ubriacata di cernie, continuo a vederle ma c'è stato un altro momento in cui ho goduto come una cernia che si gratta la schiena sul fondo del mare. C'era una bella corrente che ci ha costretti a cambiare direzione e quando ci siamo girati c'era un gruppetto di saraghi fasciati fermo, immobile e luccicante a prendersi tutto il "vento". Se non fossi ignorante potrei descrivervi un'altra bella immagine che ho in testa ma non mi vengono i nomi e quindi non ho le parole. 

Ovviamente non c'erano solo cernie. In acqua abbiamo visto dentici, pareti zeppe di margherite di mare, spirografi a nastro e saraghi e...niente, mi ricordo solo le cernie :-D
Fuori dall'acqua, invece, ha fatto capolino un pesce luna mentre ci dirigevamo verso il secondo punto di immersione, la grotta della colombara.

che tatuacernia day...
solo due cose ancora. La prima è che ho deciso di dotarmi presto (non troppo presto) di scafandro per la mia piccola ixus.
la seconda: quand'è che vi decidete a venire a gustarvi il promontorio? 



domenica 23 settembre 2007

Quelli che non vanno in Salento ma in Liguria

Raga', per quanto il cuore sia indiscutibilmente pugliese, nonostante la metà marchigiana che completa il mio DNA, bisogna dire che la Liguria è molto più che bella. Lo è soprattutto ai miei occhi visto che rappresenta la classica boccata di ossigeno (anzi, iodio) che mi permette di mantenere il livello di survivor diver, da leggersi come subacqueo al livello di sopravvivenza! Detto ciò capirete come due ore di viaggio in macchina da sola per arrivare a Rapallo (con rientro in giornata) diventino accettabilissime.

Così è andata la prima volta e nonostante la mia partenza intelligente sono arrivata al diving in un lieve ritardo che si è trasformato in tragico non appena ho dovuto cercare parcheggio (se pensate che la situazione parking a Milano o Roma si tragica, fate un giro in Liguria in un sabato estivo).
Devo dire che non ero felicissima di presentarmi da subito come ritardataria, svampita che non trova la strada (ho dovuto chiamarli per trovare il diving in una frazione di Rapallo che conta due strade in croce…no comment, please), testa persa che dimentica il computer sul bancone perché deve correre mezza vestita al molo dove il gommone sta per partire.
Non ho detto a nessuno di essere una NSD diver, tranquilli, ma nel tratto di navigazione ho adottato la tecnica di autopersuasione, altro brevetto NSD molto più avanzato rispetto alla banale pratica della visualizzazione PADI, che mi ha permesso di sbattermene del casino combinato e concentrarmi piuttosto sul fatto che invece di essere in un centro commerciale milanese ero su un gommone ad ammirare il promontorio di Portofino in attesa del primo tuffo nella sua area marina protetta.

Ci fermiamo al Dragone, punto di immersione di media bellezza, a dire delle guide, di eccezionale goduria per me, invece ;-)
A parte qualche numero da circo nella vestizione (come da guida per il neofita NSD da me stessa pubblicata qui) e qualche problema di compensazione, è stata una bellissima immersione in parete: tranquilla, rilassante, divertente con tante, tante belle cernie che io adoro e una fantastica murena. C’è davvero tanto pesce, e sapessi dire tutto quello che ho visto vi assicuro che ve lo direi :-) Per ora ho occhi solo per le cernie, sarà che quelle almeno le individuo senza problemi! La giornata si è conclusa con la scomparsa dei miei calzari, mai più saltati fuori ma il fatto mi ha rammaricato molto poco.

Ieri sono tornata. Approfittando della visita di mamma’ e papa’, abbiamo organizzato una gitarella, nel blu per me, sul promontorio per loro. Stavolta non dimentico nulla, arrivo in anticipo e riesco persino a presentarmi alla guida prima di essere a mollo ☺
Eravamo di più, molti di più, della prima volta e, invece di far coppia con la guida come la prima volta, mi assegnano un compagno che non riesco mai a ritrovare in acqua…
In compenso il punto di immersione, l’Altare, è uno di quelli a più alto interesse naturalistico e offre la vista di una parete tappezzata di corallo rosso. Ho ritrovato le mie amiche cernie, le simpatiche vacchette di mare, e ho molto apprezzato la guida di Matteo: placido, tranquillo, attento e desideroso di guidarti sul serio alle meraviglie del mare. Ciò nonostante mi sono divertita un po’ meno rispetto alla prima volta, forse perché più fonda come immersione, cosa che incide ancora molto sul mio stare in acqua, o forse perché ho speso metà del tempo a non perdermi il mio supposto buddy :-( Inutile dire che sono stata comunque felicissima della giornata.

Per concludere, cari soci, il promontorio è sicuramente molto trafficato, costoso e logisticamente un po’ difficile, ma se mai voleste farci un salto, ricordatevi di chiamarmi, mi raccomando.