Blog nato per condividere pensieri e foto sulla subacquea NO STRESS





mercoledì 10 dicembre 2008

SnowNinja


Poco tempo fa dicevo al Presidente Belva che forse era arrivato il momento di smettere di guardare le cime innevate dalla finestra dell'ufficio per viverle da vicino. A parte i fiumi a cui non sono abituata, devo ammettere che nelle giornate spettacolari che abbiamo avuto nelle scorse settimane la vista delle montagne, che letteralmente ci circondano, era così insolita per me, così *forte* da lasciarmi uno strano senso di incredulità e di disagio quasi. Davvero, è qualcosa che non so spiegare per cui non ci provo neppure. Fatto sta che l'occasione è giunta con l'invito a provare lo sci di fondo durante una gita organizzata per l'Immacolata. 

Accetto volentieri e corro a recuperare ciò che mi è necessario per stare sulla neve! Nell'altra metà della mia vita, ovvero fino a 16 anni fa, almeno una volta all'anno andavo a sciare sulle Dolomiti ma ormai è cosa vecchia e non ho mai portato con me nulla dell'abbigliamento da sci. Quindi mentre sono a MI corro al Decathlon per prendere una giacca adatta, un nuovo pile e le calzamaglie in microfibra da mettere sotto i pantaloni da trek, poi sostituiti dai pantaloni da vela (!!!) che la mia collega Silvia mi porta la sera prima al tango. E sì, perché tocca conciliare la vocazione notturna del tanguero con le esigenze e le levatacce di una gita in montagna, ma non ci spaventiamo e facciamo tutto lo stesso. Passo quindi in poche ore dal tacco 9 e l'abitino da tango alla versione di me montanara e così bardata mi avvio con gli altri verso Valmala, ridente località nel cuneese, raggiunta non senza difficoltà e con qualche giro di troppo per quelle che ci sono sembrate highlands scozzesi perché s'è deciso a un certo punto di navigare a vista! Arrivare s'arriva, ma abbiamo ormai perso il gancio con l'altro gruppo per cui dopo aver fatto i biglietti e ritirato il buono per il pasto (importantissimo!) andiamo a prendere l'attrezzatura. Siamo in 4, tre neofiti e una esperta e io sono emozionata e agitata come una criaturella! Già capire l'attacco dello sci da fondo è un mestiere che ci sottrae interi quarti d'ora, capire COME andarci ha richiesto l'intera giornata. 


Nella foto sopra potete osservare la perfetta andatura del fondista esperto, proteso in avanti, verso la meta, leggero sugli sci, serio e concentrato sulla tecnica di scivolamento. Io padroneggio ormai questa tecnica come fossi una campioncina. :-p
Scherzi a parte, non è banale muoversi perché sono sci fatti per tenere bene la neve in tutte le circostanze tranne che in discesa, dove facilmente ne perdi il controllo e finisci con le chiappe a ghiacciare! 


Nella foto sopra vedete un comune esempio di caduta libera. Non ci sono testimonianze delle mie numerose culate perché la fotocamera era nelle mie mani, grazie al cielo! Comunque ho fatto dei discreti voli e devo dire pure grazie perché avendo fatto discesa da piccola non ero totalmente incapace di gestire gli sci, ma sono davvero diversi!

Comunque, il bello di fare fondo è che percorri queste piste come fossero sentieri per il trekking: cammini (cioè scii), ti fermi, chiacchieri, qualche volta tiri un po' di più e fai più fatica, qualche altra te la prendi con comodo e scambi cenni con le persone che incroci. Mi spiegavano che ci sono piste più panoramiche, come quella fatta da noi, altre che sono invece immerse nei boschi, altre ancora si snodano per percorsi molto più lunghi e vari. 
Noi comunque siamo partiti con l'idea di fare l'anello semplice e più corto e siamo finiti, su indicazione di un signore a cui abbiamo chiesto di scattarci la foto che c'è più in basso, col fare la pista rossa, molto più bella, percorrendo così 9 km senza fermarci che per qualche breve sosta. Verso la fine abbiamo quasi corso perché temevamo che al ristorante non ci aspettassero più e visto che ero ormai stanca mi davo la carica immaginando pappardelle al ragù di cinghiale, polenta taragna, vino rosso e poco altro ancora perché non avevo neppure la forza di immaginare troppo. :-)
In un tratto di discesa più impervia, alla terza culata di seguito ho ceduto e ho tolto gli sci per un pezzetto, perché tanto sapevo che sarei andata avanti facendomi il sedere dalmata vista la stanchezza e gli scarsi riflessi!

Però posso dire con orgoglio di aver fatto tutto il percorso senza riportare traumi particolari e senza farmi staccare troppo dagli altri, decisamente più allenati di me! Quindi eccomi in trionfo poco prima di riconsegnare gli sci, cambiarmi le ottomila magliette fradice di sudore e soprattutto fiondarmi al ristorante.

Sono stata davvero felice dell'impresa! Passare la giornata in quello splendido paesaggio, faticando in allegria e godendosi tutto, dalla compagnia alla solitudine dei momenti in cui ascolti il battito crescente del cuore, l'aria fredda nelle narici e il silenzio rotto solo dal rumore degli sci, è un bel modo di staccare. Quindi la mia espressione sinceramente soddisfatta di qui sopra ci sta tutta! 
Così come c'è stato benissimo il crollo al ristorante, dove, sempre come fossi una criatura, mi ciondolava la testa sul piatto (ovviamente svuotato) per la dolcissima stanchezza e i tre bicchieri di rosso - e per una pasta di cui non ricordo il nome, la polenta, il cervo, e lo spezzatino funghi e salsiccia DIVINO-.

Siamo rotolati fuori e ci siamo diretti verso Torino, mettendoci ancora di più che all'andata, e come premio ci siamo concessi dei Negroni fatti in casa, per digerire eh, ancora qualche chiacchiera e poi, finalmente, un sonno ristoratore di quelli da manuale!
Insomma, questa montagna si può fare! Ero un po' intimorita ma con la giusta guida, come in tante altre cose, si può fare anche questo.
Certo, rischiare poi d'ammazzarsi a Torino perché quando nevica non puliscono subito i marciapiedi fa girare un po' le balle, ma l'importante è avere il sedere pronto! :-))))


domenica 23 novembre 2008

A metà

Personalmente non contribuisco al blog da un tot. Sono a metà strada tra l'ultimo tuffo e il prossimo (un po' più vicina al prossimo, sempre con dita incrociate) e in questo mezzo del cammin mi sento molto lontana dal mare e dalla subacquea. Niente di grave, suppongo, ma abbastanza da farmi sentire molto più terrestre che acquatica. 


Boh, non volevo dire niente, solo che sono così, a metà e aspetto con ansia dicembre. 
E ora tango

mercoledì 12 novembre 2008

sQuba "l'auto subacquea"

martedí 11 novembre 2008, ore 16:28
Prodotta dall’azienda automobilistica Reenspeed, è in grado di viaggiare in immersione per due ore

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«sQuba» l’auto subacquea



Paola Fusco


Come accadeva trent’anni fa nella memorabile scena di «007 – La Spia che mi amava», in cui James Bond scompariva sott’acqua al volante di una Lotus Esprit, VDO, azienda del gruppo Continental, presenta al 48° Salone nautico di Genova, in anteprima italiana, «sQuba», il prototipo a emissioni zero dell’azienda automobilistica svizzera Rinspeed e prima auto anfibia al mondo, in grado di viaggiare su terra, a pelo d’acqua e in profondità.

Il design dalle linee fluide si ispira davvero a una Lotus, la Elise. I quadranti, le luci e i display digitali sono incorporati in un unico alloggiamento di alluminio che non solo è impermeabile, ma anche resistente all’acqua di mare fino a dieci metri di profondità. Il cluster è generosamente illuminato e coperto da un vetro protettivo e i pulsanti sono coperti da un film plastico che permette di premerli anche indossando spessi guanti da sub. “La sensazione è quella di fare un’immersione subacquea in macchina” ha raccontato alla stampa il designer e amministratore delegato di Rinspeed, Frank Rinderknecht. Spinta da tre motori elettrici alimentati da batterie ricaricabili al litio e con lubrificanti biodegradabili, «sQuba» può viaggiare senza problemi sulla terraferma (dove raggiunge una velocità di 120 km orari), ma anche galleggiare a pelo d’acqua (a poco più di 6 km l’ora), come anche muoversi a 10 metri di profondità, dove però supera di poco i tre km l’ora.

A differenza della sua versione cinematografica, l’auto-sottomarino elvetica è decappottabile. Una scelta dettata perlopiù da motivi di sicurezza: «L’abitacolo della macchina è di tre metri quadrati – ha aggiunto Rinderknecht – e anche ad appena un metro di profondità, la pressione dell’acqua sarebbe stata tale da rendere impossibile l’apertura delle porte in caso di emergenza». Una volta sott’acqua, dove il massimo tempo di permanenza consentito è due ore, il guidatore e il passeggero potranno respirare grazie a una bombola di ossigeno, sul modello di quelle usate dai subacquei mentre, per evitare che la “sQuba” affondi come piombo, alcuni scomparti sono stati riempiti di schiuma. «L’auto può così raggiungere la superficie praticamente da sola - ha spiegato il costruttore - ed è sostanzialmente inaffondabile».

La «sQuba» non è però mai stata messa in produzione e finora l’unico prototipo esistente è stato presentato al Salone dell’Auto di Ginevra dello scorso marzo, dove era in vendita al prezzo (modico) di un milione di euro.

Articolo pubblicato su ITALIAVELA

mercoledì 5 novembre 2008

Pacific Trash Vortex

Perché non ne parla nessuno? meglio non far sapere i danni che fa l'uomo?

L'isola di plastica é una realtà non una leggenda metropolitana!

Anche greenpeace e Wikipedia ne parlano!

Un ringraziamento a Simone per avermi informato.

mercoledì 29 ottobre 2008

Zanzibar 2




hi hi hi

qualche altra foto ...





cliccate sul titolo!

Belva Mania

Tutto è cominciato per gioco, un work shop fotografico, una foto dell'amica Kix, la foto viene mandata in giro per gioco, c'è una mostra (no, non una ragazza di questo blog, una mostra fotografica intendo) la foto viene messa su internet
e visto che oggi tutto corre veloce...ecco scoppiare la Belva-Mania in tutto il mondo!










ed a grande richiesta........

martedì 28 ottobre 2008

Zanzi Bar

No No No,
non è possibile, Frazotata ed Io ci sacrifichiamo a visitare un luogo ameno dell'Africa, per potervi riportare qualche foto o racconto interessante, e voi .....

soci ed amici ....

come ci ringraziate???


così


sono amareggiato e sconsolato, ma ciò nonostante appena posso

SCRIVERÒ UN POST CON TANTE FOTO (ED I COMMENTI DELLA recordwoman FRAZOTATA)

tiè!

lunedì 27 ottobre 2008

E' la stampa bellezza!

e tu non puoi farci niente!! Diceva Humphrey Bogart....e chissà se pensava che un giorno la nostra Ninja avrebbe rappresentato così degnamente quella frase!!



E ora....scatenate l'inferno con i commenti!!!!

mercoledì 15 ottobre 2008

Ninja mission

La Ninja missione di questo weekend aveva come obiettivo quello di convivere due giorni pieni con Belva, senza accapigliarsi, obiettivo facilmente raggiunto, nonostante tutto, grazie agli scarsi appigli offerti dalla testa di Belva :-D :-p
Insomma, io ce la metto tutta per fargli perdere la trebisonda: prima gli do appuntamento a Firenze alle 22 e poi le 20:30, poi ad Arezzo alle 23, poi a Orte a mezzanotte, poi a Pisa alle 19 e infine trovo il treno giusto e arrivo a Orbetello alle 21, giusto in tempo per farlo cenare in una trattoria di scarso fascino e menù, naturalmente scelta da me.

Ma questo lo può fare anche un dilettante: io ho massimizzato l'effetto devastante della mia visita perché, ovviamente, il top per chi viaggia tanto per lavoro è avere la prospettiva di aprire il lunedì con una levataccia alle 4 per portare a Roma Fiumicino un'amica che ci teneva taaaanto a venirti a trovare, e io mi sono prestata.

Ma sono cose che si scontano, ah sì...zitto, zitto Belva presenta il conto - e come dargli torto! Comincia con i 5,50 euro della colazione, poi passa alle coercizione con le operazioni di supporto allo stiro e ammiro e così ti mette ad appaiare i calzini, poi stabilisce i turni per lavare i piatti, mettere via la spesa e sparecchiare...e sono turni a un solo nome, poi può anche punirti con un pranzo sul lago e la gara a chi attira più pesci con le molliche di pane! Ma va già bene che stavolta non mi è toccato il bucato, con tanto di pretrattamento del colletto delle sue camicie. Cresci gli amici, crescili!

Il resto del tempo l'ho dedicato al tentativo di farlo spazientire raccontandogli un milione di cose tra il futile, il serio e l'assurdo, facendogli mille domande su qualsiasi argomento lo sfiorasse anche di poco e facendolo pentire di non aver accettato l'invito di Gigi Marzullo, però lui ha resistito, solo per farmela pagare poi, in silenzio, con lo sciopero della doccia! :-)
Per ridurre gli effetti della mia devastante tecnica di tortura per fortuna Belva ha pensato che non fosse il caso replicare una giornata a mollo nei fanghi a parlare di doppie punte, pelle morta e duroni e ha quindi organizzato una gita domenicale in compagnia di Kix.



Il programma mi piace molto perché prevede di andarsene a zonzo a piedi per una zona che conosco davvero poco ma che è piacevole visitare sotto un inaspettato sole caldo, che ho portato io da Torino - ovvio!


Chi vuole potrà cogliere l'opportunità di seguire un workshop di fotografia durante la passeggiata, chi non vuole potrà semplicemente guardarsi intorno, e infine... chi avesse voluto seguire un workshop di fotografia...be' probabilmente avrebbe fatto meglio a scegliersene un altro perché questo non è stato di quelli che lasciano il segno, tranne che quello di uno schiaffo morale agli organizzatori :-)

La bizzarra cricca con cui ci siamo accompagnati ha richiesto l'attuazione di un geniale piano di fuga messo in atto solo dopo un pranzo al sacco fatto da un sacco di cose buone preparate da Kix il giorno prima (pizza, rustici, torta salata, muffin) e un sacco di cose buone comprate e spalmate da belva e tatuanja e sbranate da Belva.



A parte tutto, la giornata era spettacolare e io ho trovato una speciale collocazione al sole avuto in regalo.




Il tentativo di visitare Calcata, ignobilmente rinominata da Belva e Simone, va a farsi benedire visto un affollamento assurdo e un mare di macchine parcheggiate lungo la strada che porta al piccolo paese; il tentativo di goderci le cascate del monte gelato va a farsi benedire vista la concentrazione eccessiva di persone ma questo non impedisce l'improvvisazione di un momento circense, che è anche una citazione cinematografica che spero qualcuno potrà cogliere (si vedano queste foto di Kix): ne sono protagonisti Belva, un tronco su un ruscello e ninja in comparsa.



La vista dal belvedere sul lago di Vico è stupefacente e anche le scritte sulla ringhiera lasciate dai gggiovani d'oggi non sono male.


A questo punto siamo ormai stanchi, assonnati, sazi di cibo, di sole e il crollo inesorabile arriva e mette fine alla gita, mal riuscita perché non era quello che ci aspettavamo ma comunque, dai, non c'è modo migliore di passare la domenica che starsene in giro all'aria, alla luce e in compagnia, vero Simone? :-D

Certo che c'è! Prevede la ricerca affannosa in ogni angolo dell'auto, della casa e degli zaini della macchinetta fotografica di Belva, affidatami a un certo punto e poi scomparsa. Non sono riuscita a ricordare che fine avesse fatto, sapevo solo che avevo tanto sonno e non mi interessava utilizzarla, solo sbeffeggiare Belva per le sue foto. E mi sono sentita in colpa, fino a quando non è saltata fuori dall'attacco della cintura di sicurezza dei sedili posteriori.

Ma a parte il mio modo personale di commentare la giornata, a me è piaciuta!

La domenica per me si conclude con i lavori forzati in casa Belva e la vendetta che mi resta è ormai solo quella di minacciarlo con un altra visita!


Ma sono buona, in fondo, e Belva lo sa, quindi può fare sonni sereni perché non ho intenzione di bissare. Sì, può fare sonni sereni, anche se ho materiale da vendere per sputtanarlo con tutto quello che ha combinato e detto in questi due giorni ;-)

Ringraziamenti

si ringraziano Belva e Kix per la compagnia e le foto scattate. Non sono riuscita a mettere i credits su ognuna perché non ho avuto sufficiente pazienza, ma è facile riconoscerle: quelle veramente belle sono di Kix, le altre di Belva. Ammetto però che la foto di apertura l'ha scattata il nostro Presidente.



martedì 7 ottobre 2008

Ventotene

C'è un ricordo nella mia mente da bambino, quello di Panarea dove ci andavo con genitori e fratelli a salutare i miei due cari zii (Gianni e Veronica). Panarea non era ancora quello che poi è diventata, o almeno, la mia fantasia la vedeva per quello che era, una meravigliosa isola, circondata dal mare più bello che avessi mai visto, dove non c'era luce per le strade, dove tutti si conoscevano, dove era tutto calmo e dove la notte vedevo più stelle di quante ne avessi viste fino ad allora....Ventotene è così!
E' un posto dove tutto ha il giusto ritmo, con i pescatori, le case colorate, il mare e i suoi odori e i suoi colori sparsi ovunque....
Partiamo per Ventotene il venerdì; recupero Sirio da Roma e andiamo all'appuntamento con Massi e Stè, prima di andare a Formia ci spariamo una sosta da "Panini 'gnoranti"...devo dirvi quant'era buono il panino? :-)
Arrivati al porto incontriamo Fabio, Moira e Flaminia, rapide presentazioni, un caffè al bar e siamo sull'aliscafo...evitata una tromba d'aria (e non dite: beata Daria...:-) ) "atterriamo" sull'isola ed ecco la prima sorpresa: pioggia!!! Il venerdì passa tra un acquazzone (con relativa doccia per lo scrivente) e l'altro, una bella passeggiata per il paese e una splendida cena al ristorante (Paccheri alla ricciola e pesce spada)...all'uscita ancora Diluvio!!!

Sabato niente pioggia per fortuna...ma tanto vento! Sarà per questo che si chiama Ventotene? Mi dicono di sì, ma una conferma ufficiale non riesco a torvarla....

Facciamo in tempo a fare comunque due immersioni...uno a Santo Stefano (dove c'è il vecchio carcere, abitato ancora oggi da un ex galeotto che, sposato con un'isolana, vive lì...è bellissimo di notte vedere una sola luce accesa in tutto il carcere...) e l'altra ai tetrapodi (come non sapete cosa sono i Tetrapodi?!?! Ma devo dirvi sempre tutto io!?!?!?!? sono quei amnufatti a 4 punte che solitamente vedete lungo i bracci dei porti...e sono ricchi di pesce (certo ci vuole un pò di sfiga per essere un'isola e dover fare l'immersione lì ma se Eolo non vuole..;-) )
Beh...se a Mare non si può...via col cazzeggio selvaggio alla scoperta dell'isola:
Ecco a voi la scalinata sul porto:


Pescatori al bar:


Vista da Punta Eolo (chissà da dove viene il nome...)


Tanti gatti:



E poi passeggiata fino al tramonto:











Andiamo a letto (dopo aver però nuovamente mangiato e sbevaato) convinti che l'indomani sarà un'altra giornata di passeggio e invece...



Il mare regala sempre sorprese....inutile dire che siamo pronti in men che non si dica e si va alla Molara (una secca tra Ventotene e Santo Stefano) dove i Barracuda sono di casa (e noi ne troviamo)...al rientro gli altri partono per la seconda immersione e io me ne vado di nuovo a passeggio (si, lo so che è strano...ma se ci fate caso parlo poco anche di immersioni...)











Beh...come al solito non rileggo (Taaaanjaaaa) ma vi lascio con questa immagina che a me mette un sacco di serenità!